Tipologia

Film, Documentario

Regia

Marco Simon Puccioni

Produzione

Italia, 2020, 82’

TuttInsieme

La quotidianità di una famiglia arcobaleno che, senza forzature, invita ad abbandonare i pregiudizi.
Dopo “Tutto il resto è nulla” in cui si focalizzava sulla nascita di due figli voluti insieme al suo compagno, Marco Simon Puccioni mette ora al centro l’esperienza genitoriale tenendo sempre presente il contesto socioculturale in cui essa è chiamata ad agire. Con le sue conquiste (Legge sulle unioni civili) ma anche con le difficoltà.
Jonathan Swift affermava: “Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di aver avuto torto: è infatti un po’ come dire -in altri termini- che oggi è più saggio di quanto non lo fosse ieri.”
Questo documentario ci spinge ad interrogarci proprio in materia. Il torto non sta nell’essere o meno favorevoli alla genitorialità gay (ci sono omosessuali che esplicitamente non la considerano in maniera positiva) quanto nel non voler conoscere prima di giudicare. Di solito si respinge ciò che si teme rifugiandosi nel pre-giudizio. Puccioni ci invita a osservare dall’interno una famiglia arcobaleno e lo fa senza proclami, senza forzature, mostrando una quotidianità che ha al centro due bambini e i loro amici ma anche le due donne (con le loro famiglie) che hanno l’una dato l’ovulo e l’altra portata avanti la gestazione. 

Vediamo i due bambini crescere con un papà e un babbo che dedicano loro tutte le attenzioni necessarie ma non si sottraggono dal cercare di comprendere i possibili disagi e le domande che inevitabilmente finiscono con l’emergere. Al termine della visione si può anche continuare a non essere d’accordo con le scelte di Puccioni e del suo compagno ma se ne saranno comprese le ragioni e l’alto grado di consapevolezza che le sottende. 

Nonché come, nel passare del tempo, i due figli vivano la loro condizione con la serenità che è necessaria per poter superare le inevitabili remore esterne che Puccioni sa come distinguere tra quelle che sono originate da omofobia e quelle invece che possono essere comprese ed assorbite in quanto non originate da malevolenza preconcetta. 

Una nota a margine: nella sequenza delle nozze si vede per qualche secondo una persona che tutti quelli che si muovono nel mondo del cinema hanno prima o poi conosciuto: il fotografo Pietro Coccia scomparso un anno fa. È bello ricordarlo in azione.

Recensione di Giancarlo Zappoli

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